Giorni decisivi per la riforma elettorale, se non c’è accordo si torni almeno al Mattarellum

Prodi: Voterò alle primarie ma non farò campagna per nessuno
Una riforma elettorale proporzionale potrebbe svuotarle di senso

Roma, 3 set. (TMNews) – “Certo che voterò alle primarie, ci mancherebbe, ma sarà un voto riservato e non farò campagna elettorale per nessuno”: così Romano Prodi in un colloquio con il Corriere della Sera. “Non desidero entrare nella contesa: in politica o si sta dentro o si sta fuori, non in mezzo all’uscio” dice il Professore, 73 anni, in partenza per Pechino dove terrà lezioni e conferenze alla Business School per una decina di giorni. Poi il rientro in Italia. In tempo per le primarie. Su cui manda un messaggio: “non è un problema di numero degli sfidanti. Chiunque può alzare un dito e dire ‘sono più bravo degli altri’, l’importante è che la gara sia vera con regole uguali per tutti e un solo giudice: l’elettore”.

Uno strumento che però potrebbe essere “svuotato”. Dipenderà anche dalla riforma elettorale, afferma Prodi: “Se alla fine per convenienze e interessi incrociati dei partiti si arriverà a un modello elettorale di tipo proporzionale, allora lo strumento delle primarie sarà inevitabilmente svuotato: a che servirebbe chiamare il popolo del centrosinistra a scegliere il candidato premier del partito se poi la formula di governo viene delegata alla trattativa fra le forze politiche e solo dopo le elezioni?”

Quindi il monito: “Mai come in questo momento ritengo che il Pd debba muoversi verso una riforma elettorale coerente con la decisione di svolgere le primarie. Sono giorni decisivi, guai a sbagliare”. Prodi vagheggiava il modello a doppio turno alla francese (“Sarebbe stata la salvezza del paese”), ma di necessità virtù, appoggia ora il vecchio Mattarellum come “Il male minore”, maggioritario al 75% e il resto proporzionale.

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Dati dell'intervento

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settembre 3, 2012
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