Lotta all’evasione fiscale per difendere la democrazia e sconfiggere la criminalità

Superare la crisi

Il Paese e le due anomalie

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 13 novembre 2011

Quando si dice che le due grandi anomalie italiane sono l’evasione fiscale e la criminalità e quando si sottolinea che esse sono fra di loro legate e si alimentano reciprocamente, non si compie solo un’osservazione di carattere etico ma si sottolinea un problema che condiziona la nostra intera economia e ipoteca il nostro futuro.

I dati disponibili in materia sono quasi inesauribili: mi basta tuttavia richiamare quelli contenuti nella relazione sulla criminalità presentata al Senato nel giugno del 2010 e, riguardo all’evasione fiscale, i dati dell’ultimo rapporto del Centro Studi della Confindustria.

È da essi evidente che evasione e criminalità possono prosperare esclusivamente sull’economia sommersa. Essa esiste dappertutto ma in Italia é fuori misura e supera di oltre il 60% quella degli altri paesi OCSE.

Il centro studi dell’Eurispes quantifica addirittura il fatturato di quest’economia sommersa in 549 miliardi di Euro aggiungendo, per dare sapore a questo numero, che esso equivale alla somma dell’intero PIL di Finlandia, Portogallo, Romania e Ungheria.

È un dato così imponente da sconvolgere tutto il nostro sistema economico e la nostra convivenza civile.

La conseguenza più immediata è quella di fare aumentare in modo insopportabile il peso fiscale gravante sulle spalle delle persone oneste. Mentre i dati ufficiali ci dicono che la pressione fiscale media oscilla tra il 43 e il 44% del reddito, il peso delle imposte sulle spalle di coloro che non evadono è addirittura di 10 punti superiore.

La seconda conseguenza è che all’interno di questo sommerso prospera l’economia criminale e mafiosa, che si stima possa valere circa un terzo di questa mostruosa quantità di denaro, con un fatturato superiore all’intero prodotto lordo di Romania, Slovenia, Croazia ed Estonia messi assieme.

La lotta contro la criminalità ha dato anche risultati concreti per merito della solerzia di molti pubblici funzionari e per l’eroismo di alcune associazioni di volontari, ma i sequestri dei patrimoni illeciti vanno a rilento e solo una parte di questi viene confiscata. Le leggi in materia sono sempre più complesse e sembrano essere fatte apposta per rendere più difficile l’avanzamento dell’economia legale nei confronti di quella criminale.

Se è così difficile perseguire l’illegalità all’interno del nostro paese, è quasi disperato  l’inseguimento dei profitti illeciti che corrono verso lidi stranieri. Il riciclaggio di denaro sporco e la criminalità non hanno frontiere mentre la lotta contro di loro si svolge con leggi nazionali, con insufficienti collaborazioni fra i diversi paesi e senza alcuna struttura internazionale superiore (a cominciare dalle Nazioni Unite) in grado di garantire l’osservanza delle leggi.

I provvedimenti in materia vengono rinviati da un G20 all’ altro senza alcun progresso sostanziale.

In attesa di questo miracolo abbiamo tuttavia il dovere di fare quanto per noi è possibile per rendere l’Italia meno anomala e deviante rispetto agli altri paesi. In questo periodo di grande difficoltà della moneta europea è infatti utile ricordare che i due paesi che hanno il livello di economia sommersa e di evasione fiscale più elevata sono proprio i due paesi in situazione di maggiore difficoltà, e cioè la Grecia e l’Italia.

Senza l’evasione non avremmo nemmeno il debito pubblico che tanto pesa sul nostro destino.

Bisogna tuttavia affermare con chiarezza che la lotta all’evasione  non può operare solo per mezzo di norme punitive ma deve fondarsi soprattutto sull’uso di generalizzate, sistematiche e obbligatorie forme di pagamento diverse dal denaro contante.

evasioneTutti sappiamo che l’anomalo ed eccessivo uso del contante fa parte di una atavica tradizione italiana e tutti ci rendiamo conto che la “trracciabilità” dei pagamenti è oggettivamente una terribile “scocciatura”. Bisogna tuttavia avere ben chiaro in mente che l’unico modo per ridurre l’evasione e quindi l’ingiustizia è proprio la “tracciabilità”.

Non si tratta di una proposta fantasiosa e vessatoria. Vi sono numerosi progetti semplici e pieni di buon senso, tra cui quello elaborato dall’Associazione Bancaria Italiana, che prevede la progressiva diminuzione dell’uso del contante come “strumento per un recupero generale della legalità e contrasto all’evasione fiscale”.

E’ quindi necessario dare  attuazione subito ad una politica capace di garantire la “tracciabilità” di ogni pagamento.

Non può essere un paese giusto e moderno quello in cui fornitori, professionisti o artigiani domandano con assoluta naturalezza se il pagamento lo si vuole con o senza la ricevuta.
Naturalmente, con una parcella del tutto divergente nei due casi.

Una domanda che sottintende che pagare le imposte sia un problema riservato solo ai percettori di reddito fisso.

Bisogna quindi ricordare ancora una volta a tutti gli italiani che la prosperità, l’equità e la democrazia si difendono soprattutto con le ricevute.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
novembre 13, 2011
Italia