Non bastano i droni, solo l’esercito siriano può schierarsi contro l’ISIS

Siria, Prodi: “Serve accordo Occidente-Russia o terrorismo diventa dominante”

Intervista di Marcdo Burini a Romano Prodi su TG2000 del 16 settembre 2015

“Occorre un accordo con la Russia e per la sostituzione successiva di Assad, altrimenti lo Stato terrorista prende sempre più piede e diventa dominante”. Lo ha detto l’ex premier, Romano Prodi, in un’intervista esclusiva al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, sottolineando che “questa è una guerra per procura in cui le grandi potenze sono arbitri ma anche quelli che possono spegnere il fuoco se raggiungono un accordo tra loro”.

“La Siria è un dramma”, ha proseguito Prodi, e anche “l’Occidente si trova in una situazione drammatica: mentre la Russia alleata ad Assad ferocemente contraria al terrorismo appoggia Assad contro i terroristi, l’Occidente è nemico di Assad e dei terrorismi”.

Gli interventi sul terreno – ha spiegato l’ex premier – nessuno è in grado di farli. Gli Stati Uniti che posseggono l’unica forza militare hanno l’esperienza della guerra in Iraq e Afghanistan e l’opinione pubblica americana, anche la più interventista, non tollera più il ritorno di cadaveri. Quindi mandano droni e aeroplani ma gli scarponi li può fornire solo lo scalcinato esercito di Assad”.

“Il problema – ha rilevato Prodi – è che l’Ucraina avvelena i rapporti tra Stati Uniti e Russia, qui è la complicazione”.

Secondo Prodi “il califfato è un’aspirazione sunnita che si ripete continuamente nella storia. Per moltissime persone è un specie di grande mito. Un ritorno all’antica potenza”. L’Isis “sotto un aspetto” presenta aspetti di “fragilità” perché “essendo territoriale, non è come il terrorismo ‘spot’ che viene fatto da Al Qaeda, ma ha un’enorme forza di espansione perché sta agendo in più parti del mondo. Il califfato nasce con ambizioni territoriali che vogliono fondersi tra di loro. Questo lo ritengo molto pericoloso”.

“Alcuni generali americani dicevano che l’Isis era debole – ha concluso Prodi – ma è un anno che in Siria tentano di arginarlo ma non riescono. E’ due anni che in Libia tentano di arginarlo ma non riescono”.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
settembre 17, 2015
Interviste