I peggiori dati economici degli ultimi mesi, ma Di Maio dice che ha sconfitto la povertà…

«Vedo pochi programmi e troppa propaganda»
L’ex premier: «I populismi dilagano a livello planetario, non soltanto in Italia. Ma le risposte che danno oggi i governi non fanno che aggravare la crisi»

Intervista di Luca Rojch a Romano Prodi su La Nuova Sardegna del 17 gennaio 2019

Lo sguardo è rivolto all’Europa, il cuore alla sua Italia. Romano Prodi fa un’analisi lucida della affermazione planetaria dei nazionalismi. E la usa per spiegare l’affermazione del governo gialloverde in Italia. Non risparmia critiche a Matteo Salvini “c’è un ministro dell’Interno che non fa solo il ministro dell’Interno, ma gioca a tutto campo”. E punge anche i 5 Stelle. “Le affermazioni di Di Maio sul boom economico mi hanno sorpreso perché non capisco da dove vengano“. Non perde mai il tono pacato. La voce è calma, ma ferma.

Presidente, lei è uno dei padri dell’euro e dell’Europa come vede le spinte che disgregano l’Ue, dalla Brexit ai nazionalismi?

“I nazionalismi si rafforzano in tutto il mondo, da est a ovest, non solo in Europa. Un desiderio di autorità dilaga ovunque: dalle Filippine, in cui si condanna a morte senza processo, al Pakistan, alla Cina. Per non parlare della Russia e della Turchia, fino ad arrivare all’Ungheria, al Brasile, agli Stati Uniti e all’Italia. E’ necessario rinnovare la democrazia che deve essere più capace di agire rapidamente. E L’Europa fatica perché questi cambiamenti sono globali.
La Brexit è certamente una perdita, una ferita per l’Europa. Paradossalmente però si sta svolgendo in un modo così drammatico e negativo per l’Inghilterra stessa da agire come collante per l’Ue. Nessun paese, viste le difficoltà degli inglesi, incapaci di trovare un accordo unitario, vuole più uscire dall’Europa che invece si è mostrata compatta nelle trattative con la Gran Bretagna. E l’economia britannica, dopo la Brexit, va molto peggio di quella europea!
Anche per l’Unione il momento è difficile. Dopo gli entusiasmi legati alla nascita dell’euro e all’allargamento, dalla bocciatura della Costituzione europea è iniziata la crisi. L’Europa ha smesso di prendere decisioni, di fare politica e il potere è progressivamente passato dalla Commissione al Consiglio, cioè dall’organo sovranazionale agli Stati nazionali. E’ ovvio che così a comandare siano i singoli paesi e non più la UE.

Lei ha fatto una proposta per alimentare l’orgoglio europeo. Esporre la bandiera dell’Ue il 21 marzo. Ci spieghi.

“L’antieuropeismo di oggi è irrazionale e di certo non dobbiamo rinunciare alla razionale spiegazione che, di fronte agli Usa o alla Cina, saremmo destinati a scomparire se non fossimo uniti, proprio come è accaduto agli Stati Italiani del Rinascimento quando vi fu la prima globalizzazione della storia, ossia la scoperta dell’America. Ma dobbiamo anche ridare un’emozione, quella stessa emozione dei giorni delle conquiste europee. Dobbiamo sentire che la storia ci ha consegnato, come Unione di cittadini europei, qualcosa di grande che va oltre il mercato e la moneta. Esporre, il 21 marzo, la bandiera europea è un modo per esprimere proprio questa emozione. Il 21 marzo è il primo giorno di primavera, ed è anche la celebrazione di San Benedetto, patrono d’Europa, che fu il primo “economista applicato” d’Europa. Il primo sistema agricolo organizzato si chiamava benedettino!

In Italia e in Europa ci sono sempre più partiti che si dichiarano fieramente populisti e antieuropeisti. Lei si è dato una ragione?

È una deriva mondiale. Ci sono stati errori nella gestione della globalizzazione e oggi siamo difronte a un aumento delle disparità economiche ma allo stesso tempo, in ogni paese, se uno parla di tasse perde le elezioni. C’è una forte evasione fiscale e una fuga dei capitali. Questo causa la disparità dei redditi. Le nuove tecnologie poi portano a un aumento dell’occupazione nella fascia di persone ad alta formazione e quindi ristretta, mentre la fascia media viene devastata dal progresso tecnologico.  L’automazione  ha fatto crollare il numero di impiegati in banca. Amazon e il commercio elettronico uccidono i negozi. I robot nelle fabbriche mandano a casa gli operai. Tutto questo ha portato un disagio effettivo e reale. I governi che non hanno saputo affrontare queste emergenze ne hanno pagato il prezzo, ma la risposta che si dà oggi aggrava molto di più la crisi.

Ma è responsabilità dei governi di sinistra che non hanno saputo dare risposte?

“Questa responsabilità va alla sinistra e va alla destra. In Italia non ha governato solo la sinistra, anzi ha governato molto di più la destra! Perché dovrei attribuire la responsabilità a un solo schieramento?  Qui siamo “alla poesia”: che tutto infatti sia dipeso dalla sinistra è privo di elementi razionali.  Quando sono stato al governo ho diminuito il rapporto debito pubblico PIL di 10 punti. Dopo di me c’è stato Berlusconi. Poi certo la sinistra ha la sua parte di responsabilità, ma questo mea culpa asimmetrico mi fa ridere.

La politica di oggi parla più alla pancia della gente?

“La politica in passato ha sbagliato anche perché parlava solo alla testa.  Nonostante gli errori, ha avuto grandi meriti: ha costruito l’Europa che è l’unica garanzia per il futuro. Ma non si esce da questa crisi con proposte, come quelle che abbiamo oggi sul tavolo, del tutto contraddittorie tra loro.

Quando lei sente Di Maio che dice “Abbiamo sconfitto la povertà per decreto” e che parla di un nuovo boom economico cosa pensa?

“Mi ha molto colpito perché lo ha detto nel momento in cui sono uscite le peggiori statistiche degli ultimi mesi. Questo calo non si può imputare ai governi di prima ed è più forte rispetto agli altri Paesi. Riguarda soprattutto gli investimenti e i consumi: consumatori e investitori non capiscono dove voglia andare il governo e hanno paura del futuro. Questa è la realtà di oggi. Le affermazioni di Di Maio sul boom economico che sta per arrivare mi hanno perciò molto sorpreso perchè non capisco da dove vengano, spero che abbia ragione lui e torto io, anche se fino a ora le previsioni che hanno fatto sono sempre state smentite. Quanto ad aver “sconfitto la povertà” semplicemente non è vero, ma questo è ovvio. .

Ha visto che Di Maio e Di Battista sono andati in auto a Strasburgo?

“Sì e mi chiedo quanto possa essere utile aver perso una giornata di lavoro per chi è al governo. Meglio se viaggiano con i mezzi che la tecnologia ha messo a disposizione e lavorano un poco per il paese invece di girare.

I 5 Stelle in Europa dove si collocano?

“Forse sperano, con l’autostop, di trovare l’occasione per un buon matrimonio in Europa. I 5 Stelle sono andati a cercare una alleanza, ma non so cosa faranno. Le alleanze si propongono e si costruiscono partendo da cosa si vuole fare, dal proprio programma. E quello che manca è il programma.

Qual è lo stato di salute del centrosinistra in Italia?

“Vediamo i programmi, c’è un congresso in corso. C’è stata una terribile battuta di arresto dopo la sconfitta elettorale. Ora ricominciamo. Mi auguro che il dibattito sia sui contenuti, sui programmi perché con un dibattito centrato sulle persone non si va da nessuna parte.

Cosa pensa del ministro dell’Interno che va in giro con la polizia e il suo modo di porsi molto forte, di rottura rispetto al passato?

“L’uso delle divise mi ha colpito. Non va trascurato che quella che Salvini indossa è una divisa dello Stato. E lui cerca sempre di mettere in evidenza un indice di esposizione che io non amo. Ma c’è una cosa più profonda. Di solito il governo è una squadra. Qua invece c’è un ministro dell’Interno che non fa solo il ministro dell’Interno, ma gioca a tutto campo, con una divisa al giorno. Utilizza una tattica di propaganda efficace, ma siamo appunto alla tattica e non alla politica. E poi penso che l’abuso delle divise non porti fortuna.

Conosce il candidato di centrosinistra per le Regionali sarde Massimo Zedda?

“Conosco il sindaco di Cagliari e ne ho una grande stima.

Senta che effetto le fa vedere le opere del G8 alla Maddalena da lei voluto nel 2008 che sono ancora abbandonate?

“Lo spostamento del G8 fu una scelta elettorale. Si cercava un impatto emozionale dopo il terremoto dell’Aquila. C’è stata l’emozione, ma ci sono state conseguenze economiche negative di cui nessuno si è voluto prendere cura. Per questo dico che si deve smettere di fare politiche a breve termine! Portiamo a compimento le opere che sono state promesse e che servono al paese.
 
Come vede Berlusconi oggi?

“Non lo vedo. Sono fuori da ogni gioco politico attivo. Parlo da cittadino.

Ma Berlusconi le sembra un po’ in difficoltà?

“Non so, guardo poco la tv. Leggo, studio, scrivo, insegno e predico.  

 

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
gennaio 17, 2019
Interviste