Perché in Siria si bombardano le città e non i pozzi di petrolio?

Prodi: “Bombardiamo i pozzi di petrolio dell’Isis”

Intervista a Romano Prodi su Il Fatto Quotidiano del 23 novembre 2015

Intervenendo a margine di un convegno a Reggio Emilia, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi ha commentato la crisi siriana e l’ipotesi di un intervento armato italiano e ha spiegato ai microfoni de ‘Il Fatto Quotidiano’: “C’è una cosa che resta difficile da capire: perché in Siria si bombardino le città e non i pozzi di petrolio, visto che tutti sanno dove sono e come si chiamano”. L’ex premier ha aggiunto: “Il problema è quello di isolare l’Isis”.

L’opinione di Prodi è molto simile a quella espressa nei giorni scorsi da un altro ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, secondo il quale il problema è il petrolio: “Se noi arriviamo ad avere il coraggio di fare la scelta di rinunciarvi si essicca il finanziamento dell’attuale terrorismo”, erano state le parole del giudice costituzionale. Prodi ha proseguito: “I mezzi militari devono venire assolutamente dopo. C’è un fatto nuovo ed è una speranza: si trovano adesso Hollande, Putin, Obama e Rohani, qualcosa se lo diranno pure per mettere apposto le cose”.

“Io in questi giorni” – ha detto ancora Prodi – “non dico che sono un po’ più ottimista, perché non è vero. Sono però speranzoso, perché i dialoghi fra la Russia e gli Stati Uniti sono cominciati, la Francia e la Russia dialogano, l’Iran si rimette un poco in gioco. Adesso con un minimo di spinta in più potremmo forse assediare davvero l’Isis

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
novembre 23, 2015
Interviste