Una governance ordinata dei 54 ”sistema-paese” per proseguire lo sviluppo economico dell’Africa

Africa: Prodi, manca politica continentale e Cina la sta conquistando

(ASCA) – Roma, 11 ottobre – L’Africa ha un ”grande problema”: manca la cooperazione politica ed economica tra i 54 Stati che compongono il continente e questo lo rende debole ed esposto all”invasione di altre realtà economiche, la Cina su tutte. Lo afferma Romano Prodi, inviato speciale del Segretario generale dell’Onu per il Sahel e già presidente del Consiglio e della Commissione Ue, intervenendo alla tavola rotonda ‘Il momento dell’Africa’, organizzata dalla Società Geografica Italiana.

”Il problema della cooperazione tra gli stati africani – dice Prodi – è il tema che affronto da quattro anni nei convegni che organizza la mia piccola fondazione di Bologna. I partecipanti sono sempre gli stessi – Onu, Unione Africana, Ue, Usa, Cina – e discutono di rapporti e interazioni tra loro”. Sul fronte africano, rileva l’ex premier, ”c’è molto ottimismo per la meravigliosa fermentazione in atto. Cosa però non sistemica. È un primo passo certo” ma servirebbe il contributo dei tre paesi più grandi (Egitto, Nigeria e Sud Africa) che ”però – rileva Prodi – non hanno una struttura economica per fare quel passo di cui abbiamo bisogno”.

L’obiettivo ”deve essere quello di dotarsi di regole di mercato aperto, prima della seconda fase di sviluppo. Altrimenti ci si blocca. Questa – per Prodi – è una priorità assoluta e la sua mancanza rappresenta il problema fondamentale, anche perchè avere regole alla base dei rapporti economci tra i Paesi africani impedirebbe quelle chiusure su se stessi dei singoli paesi che naturalmente si avrebbero come conseguenza dei cambiamenti in corso”.

Altra questione da affrontare è quello della popolazione. In Niger per esempio, racconta Prodi, ”negli ultimi venti anni c’e stato il raddoppio della popolazione. È una cosa che angoscia e che mi preoccupa moltissimo. Va quindi affrontato anche perchè – aggiunge – è da qui che nascono le migrazioni, una delle cose più difficili da gestire. Si tratta di flussi dettati dalla necessità, non di flussi regolati”. Una ”governance ordinata” dei vari sistema-paese, prosegue Prodi, ”è poi resa meno possibile dalle turbolenze” legate all’evoluzione dei conflitti, alle rivoluzioni africane in corso”. Equilibri continentali turbati in prospettiva anche dal terrorismo. ”Il rischio dell’allargamento del fenomeno – sottolinea Prodi – deve essere affrontato a livello internazionale e continentale. Anche se l’intervento dall’esterno deve essere il minore possibile con invece una organizzazione interna molto forte”.

fdv

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Dati dell'intervento

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ottobre 12, 2013
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