Se non salviamo il Lago Tchad si scatenerà una enorme crisi ambientale, ecologica e umanitaria

chadwildlifeAppello Prodi e Cnr, salviamo lago Ciad E’ potenziale bomba ecologico-umanitaria nel cuore dell’Africa

Articolo di Michela Nana per ANSA del 14 ottobre 2015

A Expo il Cnr lancia l’allarme, insieme a Romano Prodi, per le condizioni di salute del lago Ciad. Il quarto bacino idrico per grandezza nel cuore dell’Africa, fondamentale per la sopravvivenza di oltre 30 milioni di persone, rischia di scomparire per cause ambientali e cattiva gestione delle acque. In 50 anni hanno perso il 90% del loro volume. A lanciare l’allarme, in collaborazione con Padiglione Italia, anche la Cia (Confederazione Italiana agricoltori).

Tutti i relatori si sono trovati d’accordo su un punto: il lago Ciad rischia di diventare solo un ricordo sulle carte geografiche, se la comunità internazionale non si mobilita per arginare il suo progressivo prosciugamento. “Non c’è alternativa all’esplosione di tutta la zona – ha osservato nel suo intervento l’ex presidente della Commissione Europea -. Questo lago sta scomparendo. Prima si poteva dire che si stava ritirando, ma oggi è diventato un decimo della sua dimensione primitiva. La popolazione aumenta e raddoppierà in una generazione. E’ inutile citare altri dati, il vero problema è che non c’è una coscienza collettiva di questo fatto”. L’inaridimento del lago Ciad secondo il Cnr rischia di provocare una crisi ambientale, ecologica e umanitaria “di enormi dimensioni“, con conseguenze anche sulle ondate migratorie già in atto dirette verso l’Europa. Il bacino idrico africano tocca i territori di Ciad, Niger, Nigeria e Camerun.

Quel lago per questi Paesi rappresenta un perno attorno a cui ruota “un equilibrio delicato economico, ambientale, ecologico oltre che geopolitico“. “Il tentativo di attrarre l’attenzione delle organizzazioni internazionali ha avuto poco esito – ha sottolineato Prodi -. I Paesi che stanno attorno al lago sono poco organizzati e organizzazioni terroristiche come Boko Haram, che opera nella zona, fanno il resto. E’ inutile descrivere la situazione di partenza, ma un dato è certo: se continua a prosciugarsi, la tragedia è il punto di arrivo“. La progressiva desertificazione, “la perdita costante e progressiva di acqua e cibo rendono inospitale l’intera area – ha precisato il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Luigi Nicolais, con una nota – favorendo il radicalizzarsi dei conflitti e dei fondamentalismi, concause delle attuali grande ondate migratorie”.

L’Italia può avere un ruolo importante nel contrastare il prosciugamento del lago Ciad, così come l’Europa, le organizzazioni internazionali, come Fao e Banca Mondiale. “Tra le soluzioni prospettate – ha spiegato il direttore dell’Istituto di studi giuridici internazionali del Cnr, Giuseppe Palmisano – c’è l’ipotesi di deviare le acque di alcuni affluenti del fiume Congo. Un’operazione complessa e rischiosa che va fatta con criterio”. Il ruolo dell’Europa “è cruciale” anche per ridimensionare i rischi di un progressivo “land grabbing”, accaparramento delle terre da parte di investitori stranieri, “che può avere pesanti conseguenze – ha concluso – per le popolazioni locali e le economie di intere regioni”. (ANSA).


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Dati dell'intervento

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Categoria
ottobre 15, 2015
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