Semestre italiano: ora avviare le politiche di rilancio dell’economia che non sono state attuate dagli altri leader europei

Si apre il semestre italiano di presidenza UE. Prodi: “Il problema non è l’euro ma la poca Europa”

(RAI Giornale Radio) Romano Prodi, ospite di Radio Anch’io, parla di Unione Europea all’inaugurazione del Semestre italiano. Rispondendo alle domande degli ascoltatori difende l’Unione e boccia il patto di stabilità, considerandolo “stupido”. Sull’immigrazione abbraccia le politiche di tutela e di accoglienza degli immigrati


Ascolta l’intervista di Romano Prodi a Radio Anch’io


(TermometroPolitico) “Il problema non è l’euro. Non è la troppa Europa, è la poca Europa che ci sta danneggiando”. Romano Prodi commenta così, senza mezzi termini, l’attuale condizione dell’Unione Europea e il sentimento diffuso di disaffezione nei confronti delle istituzioni comunitarie. L’ ex presidente della commissione Ue, intervistato stamattina a Radio anch’io su Radio Rai 1, è intervenuto a difesa della moneta unica, addossando le responsabilità del tracollo dell’Unione alla crisi: “l’euro – ha spiegato Prodi- è andato benissimo fino a quando non c’è stata la crisi. Non si è lamentato nessuno. Sono uscito dal governo quando l’adesione all’euro era al 100%. Nella crisi sono arrivati altri leader europei che non hanno fatto quello che bisognava fare e che si era promesso di fare insieme all’euro”. “Quando da presidente della Commissione Ue dissi che il patto di stabilità è stupido – continua Prodi, uno dei padri fondatori del Pd – tutti mi dettero contro. Poi, dopo, mi hanno detto che avevo ragione” ha detto Prodi. “Bisognava accompagnarlo con le misure di difesa promesse” e di rilancio dell’economia, ha spiegato l’ex premier.

Non ci sono alternative per uscire dalla crisi, sostiene Prodi, l’unica strada percorribile è l’azione congiunta di tutti gli stati membri: “L’unico modo di uscire dalla situazione in cui siamo, non per l’euro ma per una sbagliata politica tedesca, è di mettere insieme gli interessi che ora coincidono di Francia, Italia, Spagna, Grecia e Portogallo per cambiare la politica europea”. A Berlino, “qualsiasi spinta all’economia, che sarebbe oggi necessaria e utilissima anche alla Germania, viene interpretata come aiuto ai Paesi pigri” e questo limita gli interventi che potrebbero andare a beneficio dell’intera comunità, sostiene l’ex presidente della commissione Ue.

Colpe equamente distribuite tra tutti gli stati membri, accusa Romano Prodi, che attribuisce responsabilità maggiori alla Germania della cancelliera Merkel. Troppo rigore, politiche di austerità e poca attenzione alla crescita hanno finito per affossare un’Europa già fortemente colpita dalla crisi. “Non pretendo dalla Germania un allentamento delle regole europee anche se sono stati loro i primi a violarli sotto la mia commissione” ha detto Romano Prodi. “Dal punto di vista della politica interna, la Merkel ha agito con estrema coerenza, il problema è che ha danneggiato tutti gli altri” ha concluso l’ex premier.

 

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