Emilia Romagna: Borgonzoni non ha un programma, Bonaccini prepara il futuro

Il padre dell’Ulivo Romano Prodi parla della sua terra “non conquistata”
Il giudizio sulla candidata leghista Borgonzoni: «È una prigioniera»
Perché la Lega vuole il laboratorio Emilia?
«C’è buongoverno c’è partecipazione»

Intervista di Stefano Scansani a Romano Prodi su La Gazzetta di Reggio del 15 gennaio 2020

La Lega promette di liberare l’Emilia-Romagna. Da chi e da che cosa? Lei come risponderebbe a Matteo Salvini?

“Da che cosa intende liberarla? Da un buongoverno? Questo è il punto. Proprio in questi giorni ho analizzato tutti i dati possibili immaginabili. L’Emilia-Romagna cresce più delle altre regioni italiane, ha meno disoccupati, ha un’occupazione femminile che non ha confronti, ha speso bene tutti i soldi europei, ha conseguito investimenti nuovi dall’estero, la sanità che da sola, come in tutte le regioni, è la più elevata voce di spesa richiama migliaia di pazienti che qui vogliono farsi curare. Abbiamo assistito a una straordinaria, corale e pressoché completa ricostruzione del terremoto del 2012. Allora, quando un attivista di Salvini lascia tra i suoi appunti l’ordine di cercare una famiglia che non abbia avuto ancora la casa, beh, significa che la cosa è strumentale. Vogliono dunque liberare l’Emilia-Romagna da tutto questo? Il fatto inequivocabile è che in Emilia-Romagna siamo più avanti degli altri“.

Che cosa è successo a questa Regione che da caposaldo o roccaforte del centrosinistra è diventata il territorio di sbarco e conquista del centrodestra?

“Di sbarco direi proprio di no. L’Emilia-Romagna è descritta come l’ultima realtà con storia e vocazione progressiste ed è dunque rimasta appunto una terra non conquistata. C’è una tendenza di carattere mondiale. Siamo di fronte a un generalizzato fenomeno di delega di autorità dalle Filippine alla Russia, dall’India agli Stati Uniti, dal Brasile all’Australia. C’è una specie di stanchezza della democrazia, ed è interessante che già dallo scorso anno siano in corso rivolte popolari che secondo me vanno preparando una riflessione nuova da Hong Kong al Libano, dalla Francia all’Algeria, fino dal Cile. Rivolte popolari, tutte senza un leader, sono il segno di un risveglio. Questo è molto interessante”.

Gliel’hanno già chiesto, ma io ci riprovo: dicono che all’origine delle Sardine ci sia lei, ci sia l’ottantenne ex premier, ex presidente della Commissione  europea Romano Prodi, è vero?

“No, purtroppo non è vero. Avrei voluto essere all’origine delle Sardine che hanno creato un clima molto, molto particolare. E’ per questo che la Lega vuole prendere l’Emilia. Perché da noi è nato l’Ulivo, è nato il Vaffa! Anche Grillo cominciò in Emilia. Questa è una regione che è di per se stessa un laboratorio. E non c’è bisogno che Prodi organizzi niente”.

Sempre l’Emilia, sempre Bologna. Qui c’è l’incubatrice nazionale dei sommovimenti più che dei movimenti. E’ d’accordo?

“Movimenti, non sommovimenti. Altrimenti sembrerebbero animati o finalizzati alla violenza. Questa è una regione dove la gente amava e spero continuerà ad amare lo stare insieme. E dove si sta insieme è facile che si producano i movimenti Quando qui ho fatto l’Ulivo c’era un’atmosfera che mi aiutava”.

Il suo giudizio sulla candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni qual è?

“Non esiste.  Come posso quindi dare un giudizio su una persona che non ha un progetto? E soprattutto è difficile capire che cosa fa, che cosa vorrà fare e che cosa le lascerebbero fare perché è sostanzialmente una prigioniera”.

Il suo giudizio sul candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini qual è?

“Quando arrivò alla guida della Regione Emilia-Romagna avevo più delle attese che delle conferme. Invece, ora, ho delle conferme, perché il suo governo ha raggiunto gli obiettivi che si proponeva, anche se oggi in  politica sembrerebbe che dire quello che si è fatto serva a poco. Bonaccini ha saputo preparare alcune tappe future che saranno importantissime e che oggi la gente valuta poco. L’Emilia-Romagna sta diventando infatti il centro di progettazione e produzione dei grandi nuovi computer e avremo i due terzi della capacità di calcolo dell’intera Italia, e questi saranno i fondamenti del futuro della nostra pubblica amministrazione e di tutte le imprese. Il cambiamento epocale sarà rappresentato dai Big Data. Certo, siamo ancora indietro rispetto agli Usa e alla Cina, ma in confronto al resto d’Italia siamo nettamente più avanti. Un minimo di premessa sul futuro l’abbiamo posta”.

Qual è il suo pensiero sulla nuova creatura politica che il segretario del Pd Zingaretti va elaborando a un soffio dalle rischiosissime elezioni regionali?

“Zingaretti sta elaborando per il dopo. Dopo le elezioni regionali. Da quel che ho capito il seminario di Contigliano è fatto per una riforma del partito che verrà successivamente. Di questo c’è bisogno. E circa il giudizio vedremo, perché non ho notizia di come questa riforma verrà fatta. Credo che lo sforzo di Zingaretti sia assolutamente condivisibile in quanto vuole riportare il partito al dialogo con la gente. Dialogo indispensabile: l’unico che lo può fare è il Partito democratico. Cosa che finora non ha fatto bene. L’obiettivo è quello di ricostruire la fiducia nella democrazia attraverso la partecipazione, e se darà frutti o meno lo vedremo nei mesi prossimi. O conseguirà una grandissima partecipazione oppure servirà a poco”.

Oggi, con i travagli politici e di governo, il montare della Lega e le spinte suicidarie del centrosinistra, ci vorrebbe un nuovo Ulivo?

“Un nuovo Ulivo? Le cose del passato non si ripetono mai. Di fatto in Emilia-Romagna attualmente c’è una larga coalizione che comprende sostanzialmente le forze che componevano allora l’Ulivo: va dai partiti di sinistra a porzioni del centro. C’è davvero uno schieramento larghissimo che tradotto nel linguaggio del 2020 è una coalizione indispensabile in ogni democrazia moderna. E’ la risposta all’esigenza di una democrazia che è diventata molto complessa”.

Anche Romano Prodi è pronto a tornare in campo? Come e quando?

Non intendo tornare in campo. Lei sa che sono più di undici anni che sono fuori dalla politica. In questo tempo non mi sono mai esposto per alcuna carriera, per nessun incarico e per nessun ruolo. E così continuerò a fare per il futuro. Però continuerò sempre ad esprimere le mie idee e le mie riflessioni. Se la Provvidenza mi conserverà la salute credo sarà utile come esercizio mentale a me, e forse a qualcun altro”.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
gennaio 15, 2020
Interviste