Per sconfiggere la povertà non basta il mercato, ma occorrono decisi interventi pubblici

La «buona» battaglia del millennio
Tecnologie e infrastrutture per alleviare il dramma di un miliardo di persone

Articolo di Romano Prodi su Il Sole 24 Ore del 7 giugno 2015

La povertà estrema continua ad affliggere un miliardo di persone nel mondo. Quando abbiamo pensato a una Conferenza internazionale sul ruolo di tecnologie e infrastrutture nell’alleviarla, abbiamo cercato di trattarne il problema secondo una linea nuova per il pensiero politico comune in materia.

Siamo tutti d’accordo che, per questo obiettivo, pace e sicurezza s0no condizioni indispensabili. Ma riteniamo che questo da solo non basti. Sono necessari strumenti specifici, infrastrutturali e tecnologici nei settori cruciali per lo sviluppo, la comunicazione, l’energia, l’agricoltura, la sanità.

Di questo hanno parlato a Roma il 10 e 11 maggio, chiamati dalla Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, i vertici dei più importanti gruppi al mondo interessati al problema: le Agenzie delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale, le Banche per lo sviluppo Africana e Islamica, la Commissione Europea, la Accademia delle scienze Cinese, la Accademia Pontificia, la rete delle Accademie Mediterranee e grandi Università da Stati Uniti, Europa e Africa.

La presentazione dei diversi modi con i quali la tecnologia aiuta il superamento della povertà estrema è stata molto completa e visto il livello dei partecipanti questo non ha certo sorpreso.

Quello che è emerso come spunto sorprendente e certamente controcorrente, è stato il concetto che la sconfitta della povertà estrema non la si otterrà grazie alle forze del mercato, ma ha bisogno di decisi e prolungati interventi pubblici.

Lo hanno detto chiaramente tre persone culturalmente vicine tra loro delle quale riportiamo qui la sintesi degli interventi:

  • Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University a New York, cui si deve la definizione ed il lancio dei ‘Millemum Development Goals’ delle Nazioni Unite,
  • Nicholas Negroponte, fondatore nel 1985 del Media Lab del Mit di Boston, da dove tenne a battesimo la rivoluzione digitale da Internet alla musica, dalle fotografie ai sistemi di istruzione,
  • il Cardinale Peter Turkson, presidente del Consiglio Pontificio per la Giustizia e la Pace.

 

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
giugno 7, 2015
Articoli, Italia