Riammettere la Russia al G8 è un’opportunità per l’Europa

Svolta a Taormina – Riammettere la Russia al G8 un’opportunità per l’Europa

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 5  febbraio 2016

Il G8 è il vertice annuale tra i massimi leader dei grandi paesi industrializzati. Iniziato nel 1975, dopo le trasformazioni del sistema monetario e la grande crisi energetica, tale vertice si è all’inizio  concentrato sulle grandi decisioni di carattere economico. Nelle fasi successive ha allargato l’ agenda a tutti i temi della politica mondiale, dal terrorismo alla sicurezza, dalla politica ambientale all’aiuto al terzo mondo. Tale summit è stato poi affiancato dal G20, riunione alla quale partecipano anche i protagonisti della nuova globalizzazione, a partire dall’India e dalla Cina. Come conseguenza di quest’evoluzione il G8 ha certo perso mordente riguardo alle decisioni concrete e immediate, ma è rimasto uno strumento non solo prezioso ma insostituibile per approfondire in un clima ristretto e confidenziale i grandi problemi del nostro futuro. Come Primo Ministro italiano e come Presidente della Commissione Europea ho partecipato a ben dieci di questi vertici: raramente ne sono nate decisioni immediatamente operative ma i due giorni di discussione libera, ininterrotta e riservata, mi sono sempre apparsi un utilissimo strumento per alleviare le tensioni e ipotizzare le possibili soluzioni dei problemi più acuti dell’agenda politica mondiale.

Ciò non significa che questi incontri siano sempre pacifici e idilliaci. Ho ben vivo nella memoria gli scontri fra Blair e Putin sulla guerra in Iraq al vertice di Sea Island nel 2004  e mi risuona ancora l’eco di tantissime altre discussioni con un altissimo livello di tensione. Ricordo tuttavia che questi franchi e diretti scambi di opinione sono sempre stati indispensabili per affrontare con maggiore consapevolezza i grandi problemi del pianeta.

Per il buon successo di questo summit, così rilevante ma anche così informale, il ruolo della Presidenza risulta di primaria importanza, indipendentemente dalla forza muscolare del paese chiamato a reggerla.

Nel prossimo maggio quest’esercizio di diplomazia e saggezza tocca all’Italia, che ospiterà i grandi del mondo nella splendida cornice di Taormina.

Ancora prima di quest’incontro, anzi già da adesso, la Presidenza Italiana si trova tuttavia di fronte ad un problema non semplice: a partire dal vertice del 2014 i paesi partecipanti non sono più otto ma sette, dato che la Russia ne è stata esclusa, soprattutto per iniziativa americana e britannica, in conseguenza delle drammatiche tensioni riguardanti l’Ucraina e la Crimea.

Credo tuttavia che il contesto in cui operiamo oggi sia diverso e che sia compito della Presidenza Italiana fare il possibile per il progressivo ritorno della Russia nell’ambito del G8.

La prima ragione nasce ovviamente dalla semplice considerazione di quanto poco l’emarginazione della Russia, comprese le sanzioni, abbia giovato ad una soluzione del conflitto ucraino e come sia invece divenuto sempre più importante il contributo russo al raggiungimento della sicurezza e della lotta contro il terrorismo in Europa e in Medio Oriente.

Si può a questo punto obiettare che le stesse ragioni erano valide anche nello scorso anno ma salta agli occhi di tutti come l’invito alla Russia divenga concretamente attuabile solo dopo le inattese e quasi incredibili aperture di Trump nei confronti di Putin. Per essere più semplici sono convinto che una fondamentale ragione per la progressiva apertura nei confronti della Russia derivi dalla convenienza di prendere posizione prima che lo faccia il presidente americano.

Non mi nascondo certo la difficoltà di procedere in questa direzione. In primo luogo, infatti, occorre vedere se lo stesso Putin potrà accettare l’invito senza un impegno a cancellare le sanzioni contro la Russia che scadranno nel prossimo luglio e che, se non vi sarà una diversa decisione, la loro eventuale abolizione verrà messa all’ordine del giorno solo in occasione del vertice europeo di giugno, cioè dopo lo svolgimento del G8.

Vi è inoltre da riflettere se Francia e Germania possano mettere in atto questo cambiamento di politica in un clima pre-elettorale che, per paura della crescita dei partiti antisistema, sembra essere caratterizzato da comportamenti di eccessiva prudenza, anche se sarebbe più conveniente il contrario.

Un’iniziativa politica europea mi sembra invece non solo doverosa ma anche opportuna. Si deve inoltre aggiungere che, per gli imprevedibili casi della storia, l’Italia si trova a presiedere il G8 mentre la Germania ha la presidenza del G20 e, per un caso ancora più imprevedibile, il Presidente degli Stati Uniti si sta esercitando quotidianamente in una politica violentemente anti-europea e soprattutto anti-germanica.

Ancora più perché costretta da queste imprevedibili evoluzioni, mi sembra quindi giunta l’ora che l’Unione Europea elabori una propria autonoma strategia, coerente con i propri obiettivi di sicurezza politica ed economica. Credo anche che l’Italia, pur tenendo saggiamente conto delle difficoltà e dei rischi di questa strategia più assertiva, abbia l’interesse e il dovere di proporla fin da ora. Comprendo le difficoltà e i rischi di questo cammino. Sono tuttavia convinto che sia un cammino giusto e conveniente e che, anche se dovesse andare in porto per tappe successive, i primi passi debbono essere cominciati oggi.

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febbraio 5, 2017
Articoli, Italia

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