Elezioni in mezzo Mondo nel 2024: equilibri e regole della democrazia

Difese ridotte – Gli equilibri nel Mondo e le regole di democrazia

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 13 gennaio 2024

L’anno appena iniziato è stato definito “l’anno delle grandi elezioni”. Sono infatti chiamati a votare due miliardi di elettori, cioè la metà della popolazione adulta del globo. Si parte dall’India per passare all’Indonesia, fino ai grandi confronti che più ci riguardano: le elezioni europee di giugno e il confronto americano fra democratici e repubblicani del prossimo novembre.

I numeri sembrerebbero quindi battezzare il 2024 come l’anno del trionfo della democrazia. Eppure, esaminando i modi con cui si svolgono queste competizioni, tutti i più autorevoli politologi parlano di “crisi della democrazia”.

Una democrazia in ritirata in primo luogo per la continua diminuzione degli aventi diritto che si recano alle urne. Ma anche, in casi specifici, perché le elezioni si svolgono in situazioni nelle quali gli oppositori non possono avere voce, come in Russia o Bielorussia, o dove l’opposizione non può in ogni caso vincere, come è già avvenuto negli scorsi giorni in Bangladesh.

E anche dove si è in presenza di una crescente tirannia della maggioranza che si esercita, come in India, Indonesia e Messico con una varietà di strumenti che vanno dal controllo sui media e sul sistema giudiziario, fino alla limitazione della voce delle minoranze.

Naturalmente l’attenzione maggiore degli esperti nei confronti della salute della democrazia si concentra sulle elezioni americane. Questo non solo perché gli Stati Uniti sono da sempre il simbolo stesso della democrazia, ma per il ruolo che quel grande paese gioca nella politica mondiale.

Eppure proprio negli Stati Uniti Donald Trump, indicato oggi come possibile vincitore, mette in dubbio le regole fondamentali della democrazia, dando fuoco alle polveri di una campagna elettorale che, dividendo il paese, rende difficile il corretto funzionamento delle istituzioni. All’indebolimento della democrazia contribuisce non solo l’aspetto divisivo e violento della campagna elettorale, ma anche la sua incredibile lunghezza. Le elezioni si svolgeranno infatti nel prossimo novembre e manca più di un anno dall’insediamento del nuovo presidente.

Eppure le indispensabili decisioni di politica internazionale finiscono con l’essere paralizzate o distorte dalla campagna elettorale. Prima di tutto la politica nei confronti dell’appoggio all’Ucraina. L’approvazione del pacchetto degli aiuti finanziari viene rinviato continuamente, dato che le divisioni politiche spingono a pesare le conseguenze di ogni decisione sulle future elezioni. Anche perché, in caso di vittoria di Trump, la politica nei confronti della guerra di Ucraina cambierebbe radicalmente.

Il vecchio adagio che i risultati elettorali dipendano solo dalla politica economica interna (it’s the economy, stupid!) non è più valido, come emerge dalle esitazioni e dalle ambiguità della politica americana nei confronti del conflitto tra Israele e la Palestina, riguardo al quale il Presidente Biden è costretto a constatare che il costante e condiviso appoggio a Israele è messo in discussione dalle diffuse dimostrazioni pro-palestinesi nei campus universitari, tradizionalmente vicini al partito democratico. Ne risulta una politica americana che, da un lato, suggerisce a Netanyhau la moderazione nei confronti di Gaza e, dall’altro, mantiene l’appoggio incondizionato ad Israele in ogni foro internazionale, a partire dai voti alle Nazioni Unite. D’altra parte anche Netanyahu approfitta delle incertezze americane per portare avanti una politica prevalentemente dedicata al proprio interesse personale.

Naturalmente le difficoltà del mondo democratico non dipendono principalmente dalla complessità e dalla lunghezza del processo elettorale, ma vengono da esse aumentate, anche perché di questa maggiore debolezza ne approfittano anche attori che, in altre circostanze, avrebbero uno spazio d’azione molto più limitato.

Infatti non pochi pensano che la scellerata decisione di Hamas di attaccare Israele sia stata influenzata non solo dalla ben conosciuta difficoltà di imporre la “pax americana” nel mondo, ma anche dall’accresciuta complessità nel prendere decisioni da parte di un paese democratico che si trova di fronte alla prospettiva di una difficile campagna elettorale. Certamente di questa debolezza hanno approfittato gli Houthi quando hanno deciso di mettere in atto un’azione militare per interrompere il traffico marittimo nel Mar Rosso.

E’ doveroso riflettere sul danno impressionante che questi attacchi stanno arrecando all’economia mondiale, costringendo le grandi navi-cisterne e le portacontainer a circumnavigare l’Africa per congiungere l’Asia all’Europa e, più in generale, l’Oriente all’Occidente. Ebbene la forza degli Houthi, anche se usano strumenti nuovi come i droni, non è nemmeno paragonabile alla poderosa capacità militare americana che, oltre ad essere presente in tutto il mondo, dispone di ben 57mila militari addestrati e armati nell’area medio orientale, cioè proprio intorno al mar Rosso.

Questo è solo un esempio di altre possibili azioni negative e dirompenti che tante forze, anche minori, saranno in grado di mettere in atto con l’obiettivo di incidere sugli attuali equilibri del pianeta. Si può trattare di stati minori o, come nel caso di Hamas e degli Houthi, di organizzazioni non strettamente statuali, ma ugualmente capaci di approfittare delle debolezze e della complessità dei processi democratici.

L’anno appena cominciato sarà quindi non solo l’anno delle elezioni, ma anche l’anno delle crescenti incertezze che i faticosi processi di evoluzione della democrazia stanno apportando al mondo. Mi auguro quindi che sia anche l’anno dell’inizio di un necessario rinnovamento delle regole sulle quali si è fino ad ora fondata la democrazia. Essa, infatti, certo non solo negli Stati Uniti, non è più in grado di risolvere i problemi di una società e di un mondo che non sono più quelli del passato.

 

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
gennaio 13, 2024
Articoli, Italia