“il Porcellum va abolito”: Prodi firma per il Referendum

Romano Prodi il 30 Agosto 2011 a Bologna mentre firma il modulo per il referendum

Romano Prodi il 30 Agosto 2011 a Bologna mentre firma il modulo per il referendum

Prodi firma per il referendum “La legge elettorale va abolita”

L’ex presidente del Consiglio a Bologna dà il suo sostegno al quesito contro il Porcellum per il ritorno al maggioritario

Articolo su La Stampa del 30 agosto 2011

Il conto alla rovescia, annuncia Arturo Parisi, è scattato. A far partire le lancette del referendum è stato stamattina Romano Prodi che a Bologna ha firmato i due quesiti «per dovere civico» e non per segnare un suo ritorno alla politica. Un sostegno, quello dell’ex premier, che scioglie i dubbi di molti nel Pd e anche Walter Veltroni, come annunciato ieri, firma nel pomeriggio a Roma convinto che l’appuntamento sia «un potente strumento» per fare una nuova legge elettorale e che molti nel Pd condividano questa necessità.

Con l’appoggio di big di peso come Prodi e Veltroni, rischia di finire nell’ombra la proposta di legge depositata dal Pd al Senato, un mix di maggioritario e proporzionale, sul quale Pier Luigi Bersani era riuscito a trovare un’intesa nel partito e a far rientrare l’appoggio al referendum dei veltroniani. Il segretario Pd chiederà l’immediata calendarizzazione a settembre mentre i referendari andranno a caccia delle 500mila firme necessarie entro il 30 settembre per far indire l’appuntamento. Parisi è ottimista: «Ormai è scattato il conto alla rovescia: l’extrema ratio è alle nostre spalle», afferma l’ex ministro replicando al segretario e invitandolo a ripensare il suo ’niet’ al sostegno al referendum. E in effetti la firma di Prodi ha quasi un effetto-valanga e il suo esempio è seguito dal presidente della Toscana Enrico Rossi, dal sindaco di Bologna Virginio Merola, dai liberal Enzo Bianco e da Alberto Losacco, parlamentare vicino a Dario Franceschini che per ora non firma per evitare spaccature nel Pd. Il problema non è tanto la riforma proposta del Pd, ma lo scetticismo sulle reali possibilità di approvarla in Parlamento. Prodi sarebbe «l’uomo più felice del mondo se la riforma la facessero i partiti» ma siccome i margini sono stretti prevale «il dovere civico» di firmare «per dare stabilità e forza alla nostra democrazia».

Anche Veltroni considera il referendum «un potente strumento di pressione» per fare una legge in Parlamento. E servirebbe anche da traino per dimezzare il numero dei parlamentari: «Si può fare in 90 giorni e così alle prossime elezioni si può andare con un parlamento dimezzato e per il quale serve una nuova legge elettorale». Ma per l’ex leader Pd non sarebbe un male neanche il ritorno al Mattarellum «che abbiamo già sperimentato positivamente e fondato sul sistema uninominale». Un sistema che, però, non piace a molti altri nel Pd perchè richiama i fantasmi dell’Unione che Giorgio Merlo ricorda come «la peggiore stagione del centro sinistra». E anche fuori dal Pd non mancano i critici: il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione vede come fumo negli occhi il Mattarellum e si augura che la firma del Professore «non fosse solo un modo per impedire ogni alleanza tra il centrosinistra ed il Terzo Polo poichè è chiaro che se il Pd sposa il Mattarellum rinuncia ad ogni ipotesi di alleanza con noi».

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Dati dell'intervento

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agosto 30, 2011
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