Umberto Bonafini, giornalista libero

Umberto Bonafini

Umberto Bonafini

Ricordo di Umberto Bonafini

Romano Prodi ricorda Umberto Bonafini su La Gazzetta di Reggio del 12 luglio 2011

La notizia della morte di Umberto Bonafini mi ha riempito di tristezza. È come se fosse scomparso un intero periodo di tutta la mia vita.

Umberto ha infatti non solo accompagnato ma addirittura preceduto il mio ingresso nella vita politica. Con l’irruenza che derivava in parte dall’amicizia e in parte dal suo grande fiuto di giornalista anticipò infatti la decisione certamente più importante della mia vita pubblica, cioè l’entrata in politica.

Una conversazione fra amici (come lui ricorda in mezzo a cassette di acqua minerale nel retrobottega di un bar di Valestra) diventò l’evento dell’estate e, passando dalla Gazzetta di Reggio all’Agenzia Reuter, anticipò tutti i media nazionali.

Non fu certo né la prima né l’ultima delle nostre conversazioni: credo che, lungo molti anni, abbiamo speso giorni interi a scambiarci opinioni su quanto era successo in passato o sarebbe successo in futuro.

Prima di tutto le vicende di Reggio, che lui presidiava dal bar di Piazza del Monte e alle quali non mancava mai di dare un’interpretazione personale, libera da qualsiasi costrizione che non fosse quella della sua naturale curiosità.
E poi le vicende nazionali ed internazionali che lo appassionavano fino in fondo all’anima.

Ricordo le sue risate e le sue acute osservazioni che accompagnarono la mia missione ufficiale alla Casa Bianca e l’incontro con l’allora Presidente Clinton, al quale partecipò con grande passione e professionalità.

Osservazioni che riuscivano ad incollare insieme gli avvenimenti politici, le debolezze dei protagonisti incontrati e i personaggi del mondo dell’Opera a cui essi potevano in qualche modo essere accostati.

Umberto, da vero giornalista di razza, riusciva infatti a mettere insieme il grande e il piccolo e a legare il tutto con il cemento dell’opera lirica, forse la massima espressione popolare del nostro passato.

Con lui il dibattito sulle cose di Reggio si è ampliato, è diventato più libero e, permettetemi di dirlo anche in questo momento di grande dolore, è diventato più divertente.

A lui quindi la nostra città deve essere grata, per i suoi giudizi, per i suoi approfondimenti e anche per i suoi utili paradossi.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
luglio 12, 2011
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