Zhoran Mamdani: il bivio che i Dem USA devono superare

Il bivio che i dem devono superare

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 09 novembre 2025

A distanza di alcuni giorni è utile fare qualche riflessione sulle possibili conseguenze del turno elettorale americano dello scorso martedì. L’attenzione è stata rivolta soprattutto ai risultati di New York sia per il significato particolare che questa città ricopre, sia per le caratteristiche fuori da ogni schema che contraddistinguono il vincitore.

Gli esiti dei voti di New York debbono tuttavia essere affiancati da quanto è avvenuto nelle elezioni dei governatori della Virginia e del New Jersey e nelle votazioni di importanza minore, ma tuttavia significative, avvenute in Pennsylvania e in California.

Nonostante le differenti caratteristiche dei vincitori, anzi proprio per la diversità dei vincitori, l’unico dato su cui tutti gli osservatori concordano è che si tratta di una pesante sconfitta per Trump. In pochi giorni il dibattito politico si è spostato sulle elezioni di mezzo termine che, esattamente fra un anno, dovranno eleggere un terzo dei senatori e i membri della Camera dei Rappresentanti. La probabilità che Trump perda la maggioranza in almeno uno dei due rami del Parlamento è diventata plausibile e, accanto ad essa, sta diventando già da ora concreta la possibilità che i deputati e i senatori repubblicani meno vicini a Trump rendano più difficile l’approvazione dei provvedimenti più controversi dell’agenda del Presidente.

Riguardo al possibile verificarsi di queste ipotesi sono certamente più importanti e significativi i voti del New Jersey e della Virginia. Gli elettori di questi stati rappresentano maggiormente lo spirito del paese rispetto a New York e il loro spostamento a favore dei democratici è stato superiore ad ogni previsione.

Se lo sconfitto di turno è certamente Trump, questo non significa che la strada per la Casa Bianca sia in discesa per il Partito Democratico. In primo luogo perché nelle schede elettorali non figurava il nome di Trump, che è elemento di grande importanza nelle elezioni politiche nazionali. Si trattava inoltre di aree caratterizzate da una elevata concentrazione urbana, quindi più sensibili nei confronti del richiamo del partito democratico.

A questo si aggiunge la grande differenza nelle caratteristiche personali e nelle linee politiche degli eletti: una linea vicino al socialismo umanitario nel caso del nuovo sindaco di New York e, invece, di continuità nei confronti della politica tradizionale del Partito Democratico da parte dei due governatori vincenti. Gli elettori  democratici si sono pronunciati su chi è il loro nemico, ma hanno lasciato ancora aperto l’interrogativo su chi e su cosa sono a favore. Una caratteristica non  esclusiva del partito democratico americano, essendo questa divergenza un patrimonio condiviso dagli schieramenti di centro-sinistra di entrambe le sponde dell’Atlantico e, in particolare, dei partiti che operano nei paesi circondati dal Mediterraneo.

Il caso di New York contiene però elementi di grande novità. Ancora pochi mesi fa nessuno poteva pensare che potesse diventarne sindaco un mussulmano di 34 anni, nato in Uganda da genitori indiani di origine persiana. Tuttavia, a ben guardare, si tratta di una continuazione del melting pot creato dalle diverse ondate di immigrazione che hanno continuamente cambiato il volto e l’anima di questa grande metropoli. Un vero e proprio shock, anche se Zhoran Mamdani è figlio di un professore della Columbia e di una madre da tempo nota nel mondo culturale della grande mela. Un giovane che ha potuto frequentare un college tra i più prestigiosi e costosi degli Stati Uniti. Sotto questi aspetti era forse più rappresentativo delle condizioni reali degli emigranti  Fiorello La Guardia quando, nel 1933, divenne sindaco di New York combattendo contro l’establishment della città e, essendo italiano, guardato con una diffidenza forse maggiore rispetto a quella con cui  l’establishment newyorkese guarda ora questo giovane borghese di religione islamica.

Il modo con cui Zhoran Mamdani ha impostato la campagna elettorale è stato di per se stesso straordinario e sorprendente: un linguaggio franco, autentico, diretto e coraggioso.

Un linguaggio che ha entusiasmato i giovani e dato speranze alle centinaia di migliaia di persone che si sentivano ai margini della città. Una vittoria ottenuta con un uso minimo dei costosi mezzi tradizionali, ma con l’apporto della Rete e di migliaia e migliaia di volontari, infiammati da proposte inedite e quasi rivoluzionarie, come i trasporti urbani e le scuole della prima infanzia gratuite, gli spacci comunali a prezzi calmierati e una serie di sostanziosi aiuti alle categorie più deboli: un populismo sofisticato e sostenuto da un forte contenuto etico.

Un programma su cui tante precedenti sperimentazioni non hanno avuto successo nemmeno in Europa, dove pure il terreno era più fertile.

Zhoran Mamdani, nella sua campagna elettorale, non ha nascosto queste difficoltà e si è impegnato a reperire le risorse necessarie per mettere in atto le riforme attraverso un aumento delle imposte a carico delle persone più agiate.

Obiettivo non facile dato che le competenze comunali in campo fiscale sono limitate, la fuga da New York dei percettori di redditi più elevati facilmente realizzabile e gli aiuti governativi del tutto impensabili. La decisione di mettere in atto i suoi propositi è stata però subito riconfermata con la nomina di collaboratori di elevato livello e di grande esperienza, a cominciare da Lina Khan, ex presidente della Federal Trade Commission.

Per ora i mercati finanziari non sembrano preoccuparsi che questo nuovo corso possa cambiare la politica americana e continuano imperterriti a premiare le imprese High Tech, i loro azionisti e i loro manager con ricompense che hanno valori senza precedenti e che non fanno che perpetuare ed aumentare le differenze contro le quali si sono pronunciati gli elettori di New York. Zhoran Mamdani non avrà quindi un compito facile, ma sarà di grande interesse seguire i suoi possibili successi, i suoi eventuali fallimenti e i suoi necessari compromessi.

 

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Dati dell'intervento

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Categoria
novembre 9, 2025
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