L’Europa ha i mezzi per rispondere a Trump

L’Europa ha i mezzi per rispondere a Donald

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 17 luglio 2025

Rispondere alle brutali proposte di Trump non è certo facile: Trump usa infatti il bastone e, solo se costretto, la carota.

Una forte risposta europea è tuttavia possibile, come hanno dimostrato Cina e Canada, purché si adotti una politica unitaria e la si applichi senza alcun complesso di inferiorità, con la coscienza che anche fra amici non solo è legittimo ma è doveroso difendere i propri interessi.

La prima condizione per non essere perdenti è quindi il rispetto di questa regola e non pensare, come molti leader politici europei, che applicarla agli Stati Uniti renda più fragili i nostri necessari legami di politica internazionale. In fondo proprio un presidente americano ci ha insegnato che in ogni trattativa bisogna offrire la mano destra alla controparte, ma tenere dietro alla schiena la mano sinistra fornita di un nodoso bastone.

In teoria il bastone esiste ed è in mano alla Commissione Europea dato che il commercio estero è un potere esclusivo della Commissione stessa. Il problema è che questo potere viene solo enunciato ma non viene più esercitato perché, oggi, ogni decisione viene mediata da infinite trattative con tutti i paesi membri e risulta quindi debole per definizione.

In secondo luogo per combattere occorrono armi appropriate, come ha potuto fare la Cina restringendo la vendita delle terre rare, indispensabili per fare vivere moltissime imprese americane (e non americane) che, senza la disponibilità della dominante offerta cinese, dovrebbero letteralmente chiudere i cancelli.

Ci si deve quindi chiedere se l’Europa abbia qualche strumento simile alle terre rare con il quale difendere i propri legittimi interessi di fronte alla tracotanza e all’imprevedibilità di Trump.

Se analizziamo con realismo le forze in campo di possibilità ne abbiamo, a condizione di essere disposti a usarle.

Nel settore strettamente industriale sono armi di limitata efficacia proprio perché, nella manifattura, il nostro surplus deriva dal fatto, da non molti conosciuto, che gli Stati Uniti sono arretrati in tantissimi settori, a cominciare dalla meccanica strumentale. Il primato nella manifattura si gioca soprattutto fra paesi europei o con il Giappone e la Cina. Vi sono però prodotti ben conosciuti dai negoziatori europei che, soprattutto se provenienti da stati “repubblicani”, possono spingere Trump a più miti consigli. I nostri negoziatori li hanno analiticamente indicati ma, per una non comprensibile prudenza, non hanno specificato le tariffe che intendono applicare nei confronti degli USA. Il che è come dire che il cane abbaia ma non morde.

Comunque, proprio in conseguenza della debolezza americana nell’industria, il nostro potere contrattuale deve rivolgersi verso i settori nei quali l’attivo della bilancia commerciale americana (attivo peraltro mai preso in considerazione da Trump) è talmente grande da quasi pareggiare l’enorme deficit del manifatturiero.

I settori nei quali possediamo una capacità contrattuale molto forte, proprio perché gli americani ne sono formidabili esportatori, sono essenzialmente quattro: l’High Tech, la finanza, gli armamenti e l’energia.

Quanto all’High Tech il primo elementare provvedimento è quello di riprendere in considerazione almeno la “global minimum tax“, un provvedimento che prevedeva, per i grandi proprietari dei servizi digitali, una tassa che, essendo “minima”, non sarebbe stata in grado di equiparare questi giganti alle imprese normali, ma avrebbe almeno evitato di ritenerle ingiustamente esenti da ogni imposta.

Il fatto che Trump abbia minacciato di aumentare ulteriormente i dazi qualora la “global minimum tax” fosse stata applicata, dimostra come questo strumento sia importante per riequilibrare i rapporti fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea.

Più complicato è il riequilibrio nel campo finanziario perché passa attraverso la creazione di un reale mercato europeo. Tuttavia sono possibili provvedimenti specifici in grado di rendere meno devastante il flusso di risparmio dall’Europa verso gli Stati Uniti, risparmio che viene, in buona parte, utilizzato dai fondi americani per acquistare imprese europee. Un eventuale strumento, munito di particolare forza, sarebbe quindi quello di porre un limite alle imprese americane nella raccolta di risparmio europeo.

Di efficacia ancora maggiore è un tetto all’acquisto di armi di produzione americana, un tetto che, per essere efficace, dovrebbe essere accompagnato da un realistico progetto di rafforzamento dell’industria europea. Ci porrebbe in posizione contrattualmente più forte anche un limite alle importazioni di gas liquefatto (GNL) che trova concrete nuove prospettive di offerta da parte di produttori alternativi, soprattutto africani, a prezzi concorrenziali.

In tutti questi quattro casi si tratta di misure particolarmente efficaci in quanto colpiscono settori che offrono un sostegno politico ed economico di importanza vitale per il Presidente degli Stati Uniti.

Naturalmente tutte queste misure possono avere un effetto di maggiore rilievo se collegate alla strategia di altri paesi che, come Giappone, Canada, Brasile e India, si trovano, insieme a tanti altri, in particolare difficoltà per effetto della nuova politica di Trump.

Bisogna infatti essere convinti che non solo sono cambiati i rapporti con gli Stati Uniti, ma che è iniziata una nuova era per tutto il commercio internazionale. Sotto quest’aspetto sarà di importanza fondamentale il vertice fra Cina e Unione Europea che si svolgerà a Pechino il prossimo 24 luglio. Non si tratta di un negoziato facile, ma in ogni caso decisivo per la riorganizzazione dell’economia mondiale. Cina ed Europa, infatti, non sono mai stati nemici, ma nemmeno fratelli. Una possibile parentela più stretta è una delle decisioni concrete che possono rendere più ragionevoli le proposte di Trump. E’ vero, come ha dichiarato Giorgia Meloni, che l’Europa ha la forza per arrivare ad un accordo ragionevole con gli Stati Uniti ma, proprio per questo motivo, la forza va usata senza timori reverenziali, come si è fatto fino ad ora con scarsi risultati.

 

 

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Dati dell'intervento

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Categoria
luglio 17, 2025
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