Un patto per la città: è il momento di una “Bologna la dotta 2.0”

La scossa di Prodi: un patto per la città
L’ex premier invita sindaco,rettore e Regione a costruire il campus del futuro e «Bologna, la dotta 2.0» con il contributo dei migliori urbanisti del mondo. «Mai vista una congiunzione astrale così favorevole»

Intervista di Olivio Romanini a Romano Prodi su Il Corriere della Sera del 28 ottobre 2021

Dopo la visita in città della vicepresidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager oggi arriverà il commissario europeo Paolo Gentiloni nell’ambito di una iniziativa della Fondazione per la Collaborazione dei Popoli, da lei presieduta, in collaborazione con la BBS. La città ha un ritorno di immagine da queste visita, ma come viene vista dai principali leader europei che arrivano qui?

Vestager – spiega l’ex premier ed ex presidente della Commissione Europea, Romano Prodi – è stata molto contenta della visita in città. Voleva avere un contatto con il mondo universitario e con quello del business e il passaggio che ha fatto alla Bologna Business School ha permesso di raggiungere entrambi gli obiettivi. Domani (oggi per chi legge ndr) arriva Paolo Gentiloni, siamo onorati di averlo a Bologna. Lui è di casa e siamo meno tesi nell’organizzazione dell’evento. Il prossimo ospite sarà David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo, ora indisposto, ma spero di averlo qui presto”.

Pensa che il positivo cambio di clima nei confronti dell’Europa dopo NextGenerationEu e dopo il Pnrr sia da considerarsi irreversibile?

“Nell’economia sì, siamo di fronte ad un processo irreversibile. Il cammino dell’Unione Europea è ancora frenato dalla regola dell’unanimità che dovrà essere modificata, ma andrà avanti. Sulla politica estera e sulla difesa comune invece non si progredisce ancora, in questi ambiti la situazione è più difficile”.

La Philip Morris ha presentato in questi giorni un altro grande investimento in provincia di Bologna, oggi è stata la volta della Toyota Material handling che ha fatto conoscere il suo piano di sviluppo e solo poco tempo fa cinesi e americani hanno deciso di investire su Reggio Emilia per realizzare le macchine elettriche e questi sono davvero solo pochi esempi. Come si governa questo processo che sembra non conoscere limiti?

“A livello di produzione e di export, l’Emilia Romagna è collocata molto meglio delle altre regioni italiane. Ora è necessario cogliere “l’attimo fuggente” perché quello che sta accadendo qui, sul piano degli investimenti, non è solo determinante per il nostro futuro, ma è un segnale anche per gli altri territori regionali. Quelli dell’Emilia Romagna sono tutti investimenti di grande qualità e ad alta qualificazione: è una corsa alla specializzazione”.

Nel giugno del 2020 la sua Fondazione organizzò una tre giorni per parlare del futuro di Bologna. Lei allora disse che la città non aveva la dimensione di una metropoli ma la Regione nel suo complesso sì. Quali suggerimenti si sente di dare oggi per l’ulteriore sviluppo della città?

“Io vedo una grande prospettiva per Bologna nel XXI secolo. La città deve conservare dentro le mura le specialità umanistiche dell’ateneo e costruire il campus del futuro fuori dalle mura collegando la realtà del Tecnopolo all’ex Manifattura Tabacchi e il Polo del Navile. C’è una bella combinazione di fattori che ci può aiutare: un nuovo Sindaco, una Regione che si batte intensamente per questi progetti, il nuovo Rettore e quello uscente a capo di IFAB, la fondazione internazionale sui big data e l’intelligenza artificiale. E inoltre imprenditori aperti e sindacati collaborativi: io una congiunzione astrale così favorevole non l’ho mai vista. Il potenziale trasformativo della città e della Regione sono straordinari. E la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli non fa altro che sottolineare le potenzialità incredibili della città. Per questo invito i protagonisti di questo momento a ritrovarsi insieme: l’occasione è grandiosa per realizzare il rinnovamento della città! È il momento di una “Bologna la dotta 2.0″ che dovrà nascere con il contributo dei migliori urbanisti del mondo. Se si farà questo, avremo poi anche le risorse per il welfare e tutte le necessarie strutture sociali, per i quartieri e per intervenire contro le disuguaglianze”.

Qualche giorno fa il Corriere Economia ha parlato della ricerca realizzata dal Politecnico di Milano che ha dimostrato come dopo l’introduzione dell’Alta velocità le città di Bologna e di Milano hanno visto crescere scambi, reddito, imprese e innovazione e si è chiesto se all’asse economico possa sovrapporsi un asse politico di collaborazione tra le due città. Che ne pensa?

“Un asse tra Milano e Bologna sarebbe importantissimo. Quando ho avuto l’occasione di incontrare il Sindaco Beppe Sala gli ho detto che con l’Alta Velocità Milano aveva avuto l’onore di diventare un quartiere di Bologna. Ovviamente era una battuta e certamente un po’ esagerata, ma una collaborazione fa bene ad entrambe le città. Se non c’è uno scambio e la circolazione avviene in una sola direzione, il magnete più grande attira l’altro e la cosa non conviene né a Milano né a Bologna”.

I portici di Bologna sono stati dichiarati patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. Come si deve muovere la città su questa sfida?

“L’immagine dei portici esercita un fascino sulle persone che arrivano da fuori città che noi non immaginiamo assolutamente. Per noi bolognesi passeggiare sotto i portici è un’abitudine, ma per i turisti è qualcosa di magico. Ma i portici non sono solo un’attrazione turistica, rappresentano anche l’idea di un preciso modo di vivere che contraddistingue la nostra città. Dobbiamo però ricordarci che storicamente i portici sono per metà privati e per metà pubblici e che bisogna prendersene cura insieme. In alcuni casi invece ce ne siamo dimenticati”.

Una curiosità: il governatore Stefano Bonaccini vuole portare un pezzo del Tour de France in Emilia nel 2024. Che ne pensa?

“Mi dispiace essere troppo vecchio e non potervi partecipare! Scherzi a parte, è l’unico appuntamento in cui sono presenti tutti i media del mondo, è un avvenimento speciale a livello globale e garantisce una promozione del territorio indiretta, diversa dagli altri eventi sportivi perché la corsa si svolge all’aperto e attraversa tutta la Regione. Non ho idea dei costi, ma il nostro territorio è molto adatto. In fondo, più umilmente, anche il nostro giro dell’Emilia arriva in un tratto unico: il colle di San Luca che visto in televisione è davvero spettacolare”.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
ottobre 28, 2021
Interviste