Meloni resta forte perché manca alternativa. Conte decida dove stare

«Il centrodestra resta forte perché manca ancora un’alternativa. Conte? Decida dove stare»
Schlein? “Si ritrova nella situazione più difficile per un leader di partito”.
Il mio rapporto col Pd è di un nonno che dà affetto
Giorgia Meloni? “Sta diventando una polizza di assicurazione per Ursula von der Leyen”.

Intervista di Marco Ascione a Romano Prodi su Il Corriere della Sera del 30 gennaio 2024

Romano Prodi è al suo tavolo di lavoro, alla Fondazione per la collaborazione tra i popoli. Siamo in via Santo Stefano a Bologna, nel cuore della città a 30 all’ora (prima lamentazione del taxista, che subito si dichiara: sono di destra, ma non scherziamo, si tratta di un provvedimento sbagliato e basta). E anche di questo, dei contestati limiti imposti dal sindaco Matteo Lepore, parleremo. La chiacchierata con il due volte ex premier ed ex presidente della Commissione europea si dispiega tra fronti internazionali e fronti interni. Scenari che a volte si incrociano e coincidono.

Professore, a Roma è in corso il vertice Italia-Africa, con 25 capi di Stato, per lanciare il Piano Mattei. Per il governo italiano e per la strategia di Giorgia Meloni è un passaggio chiave.

“La scelta di guardare all’Africa è non solo giusta, ma anche necessaria. Dall’Africa dipende il nostro futuro. Non è facile dare un giudizio su una conferenza che sta cominciando solo ora, mentre stiamo parlando. Questo è, finora, soprattutto un piano per l’energia. E da solo non sarebbe determinante, anche solo per la scarsità delle risorse. Serve oggi un progetto più ampio portato avanti dall’Europa intera. Da sola l’Italia può fare ben poco per fronteggiare la forte penetrazione sistemica, in Africa, della Cina in campo economico e della Russia in campo politico. Non so quanto in accordo tra loro”.

Comunque sul piano Mattei l’Europa ha messo la faccia con Ursula von del Leyen, che spesso è a fianco di Giorgia Meloni, sostenendo le iniziative dell’Italia.

“Questa attenzione della presidente della Commissione Ue per l’Italia è straordinariamente intensa e profonda“.

C’entrano anche le prossime elezioni europee e la possibilità che popolari e socialisti possano avere bisogno del sostegno dell’Italia?

“La premier italiana sta diventando una sorta di polizza di assicurazione per von der Leyen in caso di incidente elettorale“.

A proposito di Europee, lei ha detto che Elly Schlein, così come tutti gli altri leader, non dovrebbe correre per Strasburgo se poi non intende andarci davvero.

“Io sostengo che presentarsi per attrarre voti senza poi ricoprire il ruolo rappresenta un distacco dalla volontà popolare e indebolisce la democrazia”.

A sinistra c’è chi obietta: si è sempre fatto così, perché dovremmo perdere voti se poi Meloni alle Europee si candida?

“A una domanda di principio rispondo con una risposta di principio. Al cittadino che vota dovrei forse consigliare di seguire l’esempio di Meloni?”.

Una eventuale vittoria di Trump sarebbe dirompente anche per il centrodestra in Italia?

“Una ipotesi del genere rimetterebbe in discussione l’intero scenario politico europeo e mondiale. Ci obbligherebbe a ridiscutere non solo i rapporti tra Europa e Stati Uniti, ma la stessa natura del Patto Atlantico“.

Sarebbe anche una spinta alla costituzione di un esercito europeo?

“L’esercito europeo e la politica estera comune sono indispensabili. Tuttavia nessuno può pensare a un esercito europeo in cui un solo Paese, la Francia, possegga l’arma nucleare e il diritto di veto all’Onu”.

Intervistato da Fazio, il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha preferito non esprimersi sulla scelta tra Biden e Trump. Non ha senso, ha detto, che io mi metta per l’uno o per l’altro.

“Forse Conte aveva la tosse o un qualche impedimento che non gli ha consentito di rispondere. Per me è chiaro che non si può votare per Trump“.

È lo stesso Conte che sul MES ha votato diversamente dal Pd. Lei continua a pensare che possa essere un alleato per il Partito democratico?

“Tutto è possibile perché Conte deve ancora decidere dove sta”.

Il gradimento di questo governo, e in particolare di Meloni e del suo partito, resta alto nei sondaggi. Neppure le polemiche su Acca Larentia e sui saluti romani l’hanno minimamente intaccato. Che cosa non funziona nel racconto dell’opposizione?

“Secondo una recente analisi, l’Italia è uno dei pochi Paesi, se non l’unico, in cui lo stare al governo non danneggia i partiti che lo sostengono. Questo accade perché non c’è un’alternativa concreta. Non appena ci fosse, comincerebbe l’erosione”.

Ma fare leva sull’antifascismo per criticare il governo ha senso? Sono davvero ancorati a un passato che non passa?

“Mi preoccupa di più il presente. Il non volere affrontare la questione del debito a causa del legame troppo stretto con categorie che perderebbero i loro privilegi. O il regionalismo differenziato. O le decisioni sulle partite Iva. Più qualche riflessione sul futuro, a proposito di quella riforma del premierato che andrebbe a minare i poteri del presidente della Repubblica con rischi di pericolose derive“.

Nel Pd si dibatte molto di diritti. C’è bisogno di una legge sul fine vita?

“Il fine vita va regolato, ma non può implicare una disciplina di partito. Di nessun partito”.

Qual è il suo giudizio su Elly Schlein?

“È nella situazione più difficile in cui si possa trovare un leader. Per sciogliere nodi complessi serve tempo“.

Antonio Polito ha scritto sul Corriere che il Pd è un partito orfano che cerca il padre e ricorre sempre al Professore. Si riconosce?

“Ringrazio Polito, ma si sbaglia: non sono un padre ma un nonno che può somministrare affetto, ma non influenza e comando”.

Trent’anni fa Berlusconi scendeva in campo e sbaragliava la gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Non si può dire che non l’avessero visto arrivare, ma è certo che lo sottovalutarono.

“Ero sicuro che avrebbe vinto lui. Ci feci anche una scommessa con un amico, un mio futuro sottosegretrario. Era troppo pervasiva e forte la sua onda. Si capiva bene che avrebbe sconvolto il sistema politico”

Un pregio e un difetto del Cavaliere?

“Il pregio: faceva capire a chiunque incontrasse che era la persona più importante al mondo. Il difetto? Che non era vero“.

Dice Meloni che la fusione tra Fiat e Psa è “una vendita ai francesi”.

“Evidentemente la premier ha letto anche articoli che ho scritto io sulla Fiat e i francesi. Ma aggiungo che trovo inaccettabile l’utilizzo di questo argomento per intaccare la libertà dei giornali”.

Professore è contento di vivere nella città dei 30 all’ora?

“La disciplina stradale va regolata anche con limiti come questo. Trovo sbagliato farne una campagna ideologica. Sarà la sperimentazione a correggere eventuali difetti”.

 

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
gennaio 30, 2024
Interviste

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