Trent’anni dalla strage di Ustica
Messaggio di Romano Prodi al Convegno sulla strage di Ustica tenutosi a Bologna il 25 giugno 2010
Cosa avremmo saputo della strage di Ustica senza di voi, senza la perseveranza e il coraggio, senza la vostra dedizione?
Questi trent’anni di storia italiana esigono un tributo all’Associazione dei familiari delle vittime e a Daria Bonfietti, tenace Presidente. Ha saputo unire tante voci in una unica voce che ha tenuto viva per anni e anni l’attenzione su questa tragedia. Una richiesta di giustizia che riguarda la salvaguardia dei valori democratici.
Avreste potuto trasformare il vostro dolore in volontà di vendetta, in rancore. Al contrario, avete cercato di migliorare il tessuto civile della comunità nazionale promuovendo verità, conoscenze e valori: ci avete costretto a riflettere sulla democrazia e sulla sua messa in pratica. Avete perciò svolto una obiettiva funzione civile contro l’oblio, grazie alla forza della memoria, valore fondante di ogni società, aspetto irrinunciabile per tornare a dare vita a un ideale di comunità violato, quell’ideale di comunità che per vivere ha bisogno anche di azioni concrete da parte di chi si occupa di amministrare la cosa pubblica.
La storia non può essere scritta solo nelle aule giudiziarie, la politica deve fare la sua parte. Di fianco ai magistrati ci sia allora anche la politica. Quella politica che deve mettere la magistratura nelle condizioni di poter agire, quella politica che deve lasciare libera la stampa di scavare e approfondire perché possa contribuire a chiarire gli avvenimenti, a tenere viva la coscienza a formare una opinione pubblica capace di sentire la storia del Paese intero come storia condivisa.
Questo insegnamento rimarrà. La memoria vive in ognuno di noi, e fare memoria è soprattutto questo: continuare a chiedere che la verità si faccia strada. Tenere vivo il ricordo è infatti la condizione per continuare a cercare la verità nella sua interezza, e per difenderla da tentativi di violazione.
Quando chiedemmo alle autorità politico-militari della Nato che i tracciati radar venissero messi a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana facemmo semplicemente il nostro dovere. “Intrecci eversivi” e “forse anche intrighi internazionali”, “opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienze di apparati” hanno allontanato la verità sulla strage del Dc9 affondato a Ustica, ha detto di recente il Presidente Giorgio Napolitano. Voglio proprio concludere con queste parole del Capo dello Stato perché essi ci aiutano a perseguire ogni sforzo per giungere a una veritiera ricostruzione della tragedia di Ustica.
Non è solo un atto dovuto a vittime innocenti, ma anche un atto dovuto alla coscienza democratica del nostro Paese.
Grazie a voi tutti.
Romano Prodi