Elezioni nel Regno Unito: grandi conseguenze sul futuro dell’Europa

Il voto di Londra condizionerà il futuro della UE

Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 3 maggio 2015

Giovedì prossimo gli inglesi andranno a votare. Mancano quindi pochi giorni ad un appuntamento politico che, pur essendo della massima importanza, ha ricevuto fino ad ora scarsa attenzione da parte di tutti i paesi europei. Eppure si tratta di un evento che avrà conseguenze di grande rilievo  sul futuro stesso dell’Unione Europea.

La campagna elettorale sulla politica interna è stata, a sua volta, ben poco elettrizzante. I soliti attacchi personali e le scontate assicurazioni dei due partiti maggiori nei confronti del proprio elettorato. I conservatori hanno insistito sulla loro prevedibile credibilità, mentre i laburisti hanno posto l’accento sulla crescita e la giustizia sociale.

Perfino l’economia sta giocando un ruolo minore in questa campagna, perché il partito conservatore può vantare buoni tassi di crescita e un positivo andamento dell’occupazione per tutto il suo quinquennio di governo, a cui tuttavia fa da contrappeso un andamento della produttività fortemente negativo insieme ad un notevole aumento del debito pubblico e del deficit della bilancia commerciale.

Nel complesso il bilancio non negativo della gestione dell’economia viene messo in ombra dalla minore crescita degli ultimissimi mesi, che ha deluso le precedenti aspettative.

Di fronte a un quadro così normale non ci dovremmo stupire della distrazione da parte degli osservatori europei, se la vera posta in palio di queste elezioni non fosse proprio il rapporto fra il Regno Unito di Gran Bretagna e l’Unione Europea.

Non dimentichiamo che due anni fa il primo ministro Cameron si è impegnato di fronte ai propri elettori a rinegoziare le relazioni con l’Europa, per poi indire, entro il 2017, un referendum popolare sull’appartenenza stessa del suo paese all’UE.

Confesso di non avere mai capito perché Cameron abbia preso la decisione del referendum sulla possibile secessione con tanto anticipo, sconcertando tutti i paesi europei che avevano nella Gran Bretagna un costante punto di riferimento. I paesi baltici, la Polonia, il Portogallo e la Svezia e gli altri paesi che a Bruxelles mantenevano una sostanziale alleanza strategica con la Gran Bretagna si sono infatti  rifugiati sotto l’ombrello germanico, indebolendo grandemente l’influenza britannica in tutti gli organismi europei.

In caso di vittoria dei conservatori le proposte di riforma volte ad annacquare ulteriormente i legami europei avranno quindi meno possibilità di essere approvate dai paesi che, a fine giugno, dovrebbero essere chiamati a decidere su di esse. Anche se nessun paese spinge per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, le tensioni sono infatti tali che non vi è alcuna volontà di mettere mano ad una revisione dei trattati che metterebbe in luce divergenze al momento fra di loro inconciliabili.

Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha interpretato bene questo spirito dei governanti europei affermando che l’uscita della GB dall’UE sarebbe negativa per l’Europa e ancora più negativa per la Gran Bretagna, ma ammonendo tuttavia che, nell’UE, non si possono scegliere solo le cose che piacciono e che, se si gioca in una squadra di calcio, non si possono imporre le regole del rugby.

Anche l’opposizione laburista è spinta dal suo elettorato a cercare di strappare nuove impossibili concessioni da Bruxelles ma con la sostanziale differenza che si tratta di deviazioni meno drastiche e che, soprattutto, i laburisti escludono ogni ipotesi di secessione britannica. Il che significa che, in caso di vittoria laburista, le cose continuerebbero più o meno come oggi.

L’importanza della posta in palio giovedì prossimo sta nel fatto che, a tutt’oggi, non solo non si sa chi sarà il vincitore ma che, probabilmente, si dovrà dare vita ad un complicato governo di coalizione. Nonostante la legge elettorale a collegi uninominali, quasi un centinaio dei nuovi parlamentari non apparterranno a nessuno dei due grandi tradizionali partiti.

Se le previsioni, che oggi sono per un testa a testa fra conservatori e laburisti, sono azzeccate, si dovrà quindi dare vita ad un governo di coalizione.

Il problema europeo avvelena infatti il possibile accordo fra conservatori e liberal-democratici proprio perché le divergenze tra i due partiti in caso di referendum sono difficili da conciliare, essendo i liberal-democratici più vicini di tutti gli altri agli ideali europei. Si dovrebbe in questo caso trovare un punto di compromesso, con un ruolo sostanziale ma non troppo appariscente dei liberali nelle trattative con Bruxelles. Un ruolo cioè che permetta ai liberali di non tradire i propri ideali ma che tuttavia ottenga dal Consiglio Europeo le concessioni sufficienti per indurre poi gli elettori a votare in favore della permanenza nell’UE.

Più semplice, sotto il profilo della politica europea, sarebbe l’alleanza fra laburisti e liberali ma ad essa si frappongono non poche divergenze, anche se superabili, sulla politica interna.

Il vero problema è che il partito liberal-democratico si presenta così debole che,  probabilmente, non sarà in grado di garantire la maggioranza né ai laburisti né ai conservatori.  Resta quindi, come ultima possibilità, l’ipotesi di accordo fra i nazionalisti scozzesi (SNP) e i laburisti. Non facile nemmeno questo matrimonio perché gli scozzesi accetterebbero di appoggiare quest’ipotetico governo caso per caso, mentre sussistono divergenze non solo sui ben noti problemi dell’indipendenza scozzese, ma anche nel settore della difesa, dato che l’SNP è contro il mantenimento di un qualsiasi armamento nucleare.

Tanta è l’incertezza sulle rive del Tamigi che molti osservatori politici parlano già della probabilità di dovere arrivare presto a nuove elezioni.  Data la finezza politica e la capacità empirica dei politici britannici non credo che si arriverà a questo ma, anche senza giungere ad un’ipotesi così estrema, credo che vi siano abbastanza elementi per seguire con attenzione le prossime elezioni britanniche.

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Dati dell'intervento

Data
Categoria
maggio 3, 2015
Articoli, Italia